Sigmund Freud Paolo Bonolis Scelta

Freud e Bonolis – L’arte della scelta

C'è una scelta da fare. O meglio, c'è una scelta da fare?

“Aaaah, oggi si parla di scelta… Bene così, ci sarà da divertirsi. Però, almeno tu mi risparmi la metafora della pillola rossa e della pillola blu? Grazie mille.”

Per delle ricerche di lavoro, nella scorsa settimana, mi sono trovato tra le mani un concetto che spiegava Sigmund Freud circa 100 anni fa nel suo libro Il disagio della civiltà. Era il passaggio che abbandonava la vita giovanile per arrivare a quella adulta.

“Cazzo, lo sapevo… Ora attacca il pippone sul come bisogna crescere, e vuole usare citazioni di un secolo fa per fare lo splendido. Guarda che io son cresciuto facendo quello che voglio e senza dover tenere conto a nessuno!”

Freud nel suo libro tratta vari temi, ma uno in particolare volevo scriverlo qui e dare un mio punto di vista, e per farlo, mi farò aiutare da un mio caro mentore, che tutti abbiamo visto almeno una volta in TV, ovvero… Paolo Bonolis.

Ma non mischiamo troppo le carte e andiamo con ordine.

Nel suo libro, Freud spiega che in giovane età la persona ha davanti a sé e tende a preferire il piacere, la voglia di sperimentare e di esaudire tutti i suoi desideri. Poi, crescendo, questa persona si trova sempre di più a doversi scontrare con la realtà, che è quella che è, niente di più e niente di meno. Non c’è un annullamento, oppure il concetto di “una esclude l’altra”.

Ci possiamo trovare da giovani a scontrarci con la realtà, o possiamo vivere una vita spericolata da adulti, volta al piacere più sfrenato. Di base l’autore spiega che, nella maggior parte dei casi, “la realtà non è all’altezza della fantasia” (l’ho presa in prestito da Brivido). Quindi l’essere umano, di base, è destinato ad essere infelice.

“Beh… Mi aspettavo una cosa pesante, ma non così tanto. Quindi siamo tutti condannati? Ti ricordo che sei al tuo secondo articolo, se cominci in questo modo, la gente chiude tutto e appena legge PersonaFra, inizierà a correre dall’altra parte.”

Spesso ci ritroviamo a lamentarci delle cose che non vanno come dovrebbero. Ci diciamo che è colpa degli altri se non possiamo fare quello che vogliamo, che è colpa del nostro lavoro se non riusciamo ad esaudire i nostri sogni, che è colpa della società se tutto sta andando per il verso sbagliato, e così via… Abbiamo perso.

E prima accettiamo questa sconfitta, tra noi e noi stessi, e prima riusciremo ad andare avanti. Le cose non vanno mai come vorremmo. Ogni volta che desideriamo qualcosa, non riusciamo ad essere oggettivi, puntiamo sempre a raggiungere obiettivi che non possiamo raggiungere, e puntualmente rimaniamo delusi.

Una nuova speranza è meglio di una Minaccia fantasma

Nel suo Ted Talk, Paolo Bonolis spiega vari concetti, ma due sono quelli da tenere a mente secondo me, quando dobbiamo fare una scelta:

  1. Avere la consapevolezza di fare una scelta propria
  2. Avere una chiara visione della realtà, aumenta la propria fantasia
Paolo Bonolis mentre fa da Mental Coach all’Italia intera da quasi 30 anni

Oggi, uno dei più grandi problemi che continuiamo a raccontarci è che non siamo noi a scegliere. Ma non nel senso che ci sono dei poteri forti che ci dicono cosa comprare o dove andare in vacanza, cosa mi piace e cosa no. No, è il fatto che non siamo noi a scegliere, che ci limitiamo a fare come fanno i nostri amici, gli influencer che seguiamo, l’amica del fratello di mio cugino che ha detto: “Se indossi qualcosa di rosso, farai colpo sulle persone nate tra il 15 e il 27 Marzo“.

Quest’ultima è una esagerazione, ma serve come esempio per far capire che le scelte che facciamo, nel 90% dei casi, sono indotte e non dedotte.

“E vabbè, dai… Spesso non faccio scelte di testa mia, d’altronde sono quello che ogni volta che si esce la sera dice sempre: “No veramente ragazzi, per me è uguale”. Così mi tolgo dagli impicci, ho 398 problemi in meno, e se le cose vanno male, ho anche il diritto di lamentarmi. Credimi Fra, oggi lamentarsi è la felicità 2.0…”

Saremmo molto più felici se fossimo noi a fare le nostre scelte, perché saremmo anche in grado di essere più realistici e fare quello che realmente vogliamo fare, con tutti i limiti della realtà che non possono essere ignorati. Questo però non limita la nostra felicità, anzi… Finalmente siamo in grado di realizzare un nostro sogno, partendo da basi reali e non fantascientifiche. La fantasia non deve essere uccisa, ma coltivata.

Non c’è niente di male a coltivare una propria fantasia, e ad accettare che amici o persone vicine a noi ci aiutino ad annaffiare questa pianta, questo desiderio. Semplicemente, dobbiamo essere noi in grado di capire quanta acqua possono mettere gli altri e quanta ne mettiamo noi. Si tratta di un sogno, un tuo sogno, non di qualcun altro.

Non lasciare che qualcuno ti levi il tuo sogno, o peggio ancora, ti faccia credere che sia tuo, quando in realtà non è reale.

Fiuuu… Bella tosta questa volta, ma giuro che non sarà sempre così. Ti ringrazio per avermi dedicato il tuo tempo. Al momento sto lavorando per migliorare questo sito (tempi di caricamento, tags ricerca Google, lavoro sulle KPI e un sacco di altre parolacce che non ti voglio dire), e ho già in cantiere il prossimo articolo, parlerà di Linkedin e di Einstein. Grazie ancora per essere qui, e ci vediamo al prossimo articolo! 😀

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