Arte del Fare - Neil Strauss e Forrest Gump

Neil e Forrest – L’arte del fare

Stupido è chi lo stupido fa. Grazie a Neil Strauss e Forrest Gump, capiamo l'importanza della spontaneità del fare, andando oltre e correndo via dai pregiudizi degli altri

“Fare? Ma che razza di arte è, quella del fare? Rocco Siffredi sa fare, una scimmia che sbuccia una banana, lo sa fare… Oddio, mi vengono solo riferimenti sessuali. Sono forse un pervertito?”

Qualche anno fa ho letto un libro che mi ha aperto un mondo. Si trattava di The Game e, per chi non lo conosce, si tratta di una storia autobiografica del giornalista Neil Strauss (in arte Style), che vuole passare dall’essere impacciato ed emarginato, a diventare una persona sicura di sé che riesce a trovare autostima e un percorso di vita.

Il libro però ha un titolo leggermente più esplicito, che lascia capire sin da subito di cosa parlerà. Si tratta di The Game – La bibbia dell’artista del rimorchio, dove l’autore si racconta e condivide tutti i suoi segreti che ha appreso durante il suo percorso di vita a Los Angeles, per diventare appunto un artista del rimorchio.

Ora, sicuramente c’è chi ha già in mente mille pregiudizi su come andrà avanti l’articolo, date queste premesse. Per questo ho deciso di rincarare la dose e di definirla l’arte del fare, in modo da capire se si può guardare oltre ed evitare di essere stupidi e superficiali.

“Aaaaaaah, stupido è chi lo stupido fa… ora ho capito. Cioè, in realtà non ho capito, ma almeno ho capito perché avevi una grande voglia di rivedere Forrest Gump ultimamente. Tutto torna.”

Questa provocazione è quasi un obbligo per me, perché spesso ci troviamo a dire quello che pensiamo, e a non essere ascoltati, a non essere capiti, o addirittura fraintesi. Insomma, qualsiasi cosa dirai, nel 98% dei casi la gente attorno a te ha già un’opinione su di te e su quello che dirai, ancor prima di aprire bocca.

“Non gli entra nelle orecchie, non riescono a trovare i due buchi… Dai, ora la smetto…”

Spontaneità, questa sconosciuta

“Aspetta, questa è l’ultima, giuro: scoposciuta! Ok, la smetto, ho capito…”

Neil Strauss ha ammesso di aver incontrato per la prima volta un giovane attore, Steve Wolfe, a un firmacopie nel 2005.
Quel giorno nacque uno degli attori più grandi di sempre.

Era da un po’ che non scrivevo un articolo, e avrei anche le mie buone ragioni. Mi sono trasferito da circa due settimane in Portogallo, con vari obiettivi ben precisi, e per elencarli mi ispirerò ancora una volta a Neil Strauss, autore del libro The Game:

  1. Fare un’esperienza di vita diversa dalla quotidianità
  2. Iniziare un percorso di crescita personale, rimandato da più di quattro anni
  3. Cambiare lavoro e ritagliare più tempo per quello che mi piace fare
  4. Abbandonarsi e lasciarsi andare per ritrovare sé stessi

Questi obiettivi erano gli stessi che hanno spinto Neil a cambiare stile di vita, per passare dall’essere il tipo impacciato che stava in un angolo in discoteca a guardare gli altri rimorchiare, per poi diventare lui quello che sapeva rimorchiare e limonarsi una tipa.

Ora, mai come prima d’ora, sento di fare una premessa, o meglio una preghiera, a te che stai leggendo. Ho scelto in maniera chiara e lucida un argomento che, tirato fuori in questo periodo, fa venire la pelle d’oca e rischia di essere frainteso, solo perché tratta un argomento controverso (quello del saper rimorchiare) come cornice.

Quindi, se l’esempio non ti aggrada e non riesci a tenere l’attenzione su questo quadro, ti prego di uscire da questa finestra e di goderti il mondo e la vista là fuori. A tutti gli altri, ora parliamo di fellatio.

Stamattina (nel momento in cui scrivo sono le 06:58), dovevo gettare le basi per questo articolo, e mi è tornato alla mente un punto nel libro di Neil in cui dice che sta ricevendo una fellatio mentre è impegnato a scrivere il suo libro al PC. Per dovere di onestà intellettuale, decide di tenere quella parte del libro così come era stata scritta in quel momento, senza correzioni post lettura, che ne avrebbero alterato il valore originale.

Ora, per altrettanto dovere di onestà intellettuale, avrei voluto mettere qui quell’estratto del libro, ma non sono riuscito a trovarlo su internet, e la mia copia fisica ora si trova in una scatola chissà dove a circa 3000 km di distanza. Però ho voluto comunque inserire qui un estratto del libro facendo degli errori, così da ricreare ciò che ho letto personalmente anni fa:

Mentre parlavamo, mi resi conto che erano soolo ragazze normali e insicure. Ecco perché erano state così silenziose. La maggior parte degli uomini comette l’errore di credere cche una donna attraente che non gli parla o non lo riconosce sia una stronza. La maggior parte delle volte, però, è timida o insicura quanto le donne meno attraenti che ignora, se non di più . Ciò che rendeva diverse le Porcelain TwinZ è che cercavano di conpensare la loro semplicita interiore con l’ostentazione esteriore. Erano solo ragazze dolci in cerca di un’amica. E adesso l’AVevano trovata

The Game, di Neil Strauss
Fase 4, Capitolo 1

Questa spontaneità, questo ricordo avuto appena sveglio, mi ha dato la spinta giusta per scrivere questo articolo. Non era una questione di pensare, non era una questione di programmare, ma era solo questione di scrivere, di fare, e basta.

“Quasi mi commuovo a vedere tutta questa spontaneità… Comunque non sei normale a svegliarti e a pensare a queste cose, fossi in te un controllo me lo farei fare…”

Corri Forrest, corri

La faccia che fai quando realizzi che il regista di “Ritorno al Futuro“, “Chi ha incastrato Roger Rabbit” e “Forrest Gump“, sono la stessa persona

Le regole di una narrazione più… soft, diciamo… mi consiglierebbero di iniziare discutendo prima di argomenti che accomunano tutti, per cui tutti si trovano d’accordo, in cui ci si vuole tutti bene e siamo belli felici 🌈 (ecco qua, ci mettiamo anche un arcobaleno per rendere meglio l’idea).

Poi bisognerebbe introdurre e discutere una piccola e innocente tematica leggermente fuori dagli schemi, ma giusto quel tantino che basta per far sì che qualcuno si ricordi di quello che hai scritto. Ma sempre poco divisivo, e mai controverso, altrimenti si rischia di essere etichettati come quelli che *hannofattoquellacosa* e basta.

“Si, va bene… Tutto molto interessante, ma che minchia c’entra questa parte con Forrest Gump? Avevi iniziato bene con fighe e fellatio, e ora mi torni su discorsi commerciali. Ti sei venduto nel giro di due righe… sono deluso.”

Forrest Gump è forse la persona più spontanea e menefreghista che mi viene in mente in assoluto, ed è uno dei miei eroi. Nel film, lui si trova costantemente in mille avventure che lo porteranno a vivere le situazioni più assurde:

  1. La guerra in Vietnam
  2. L’incontro con vari presidenti degli Stati Uniti
  3. Campione mondiale di ping pong
  4. L’acquisizione di titoli Apple per puro caso tramite il Tenente Dan

La lista intera richiederebbe un articolo a parte, ma se c’è una cosa che non potrò mai dimenticare è la sua corsa per gli Stati Uniti, durata poco più di 3 anni.

Forrest corre per tutta la sua vita. Lo fa per fuggire dai bulli, per salvarsi la vita, perché deve fare punto a football, perché deve salvare Bubba e il Tenente Dan e infine, perché gli andava di farlo.

Immaginate la delusione nelle 391 persone che lo hanno seguito, che aveva riposto in lui mille speranze, mille significati, mille cifre meravigliose in una persona che voleva solo fare qualcosa, senza secondi fini. Vi lascio l’estratto di questa corsa meravigliosa, ma vi prego di rivedervi l’intero film appena ne avete l’occasione.

Un applauso alla Nike e all’America che sa ancora sognare, per aver reso possibile questo capolavoro.

Un dettaglio molto complesso e difficilissimo da notare: se guardate attentamente potreste trovare un product placement della Nike, proprio nelle mani dell’attore protagonista

Il finale che cambia l’intera storia

Quando vogliamo fare qualcosa, sicuramente ci sono delle motivazioni dietro. Quello che non dobbiamo dimenticare, e mai dare per scontato, è ascoltare.

Che sia la voce interiore che ci spinge a prendere una decisione, o la voglia di fare un ballo in mezzo alla strada con degli artisti di strada, oppure iniziare un corso per imparare a diventare un artista del rimorchio, bisogna saper ascoltare.

Potremmo stupirci per tutte le sorprese che ci riserva il mondo, e ascoltando sia noi stessi sia gli altri potremmo capire che a volte siamo stati stupidi ad avere dei pregiudizi, e che avremmo dovuto solo ascoltare meglio una bella storia.

Non scriverò commenti stupidi su questa immagine, quindi smettila di aspettarteli e daje che questo articolo è quasi finito. Il film no, quello dura due ore e mezza

Questo messaggio sarà arrivato? Chi lo sa, ma mi piacerebbe sapere una tua opinione, scrivendomi un commento via mail poco più in basso. Questo mi serve per capire se dico cagate, oppure dico cagate un po’ sensate.

Per quanto riguarda il modo in cui ho raccontato questa storia, lo so, c’è modo e modo per farlo. Ma non mi ritengo né uno scrittore come Neil, né un narratore come Forrest. Ho fatto questa cosa a modo mio e spero che funzioni e serva a qualcosa. Nel caso ti sia piaciuto, leggi anche gli altri articoli all’interno del blog, come quelli su Bonolis e su Zerocalcare.

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