“Allora… Facciamo un po’ d’ordine. Ti sei trasferito in Portogallo, hai sostanzialmente cambiato vita, hai un nuovo lavoro, hai cominciato a stirarti le camicie da solo, ti sei fatto il primo tatuaggio, e scompari spesso e volentieri… Perché non ti metti l’anima in pace, la smetti di scrivere quello che ti passa per la testa, ti godi la vita e basta?”
Ammetto che, a parte la roba del tatuaggio messa lì a caso, mi sento in dovere di farvi delle scuse. Ci sono tante persone con le quali dovrei scusarmi, ma parto mostrando alcuni numeri:
81 – 59 – 14 – 51 – 19 – 39
Per chi crede nella fortuna, direi di giocarli sulla ruota di Bari, per tutti gli altri ci tengo a spiegare cosa significano. Sono le visite medie ricevute sul blog negli ultimi due mesi, da quando è uscito l’ultimo articolo il 10 Marzo. Oggi siamo arrivati al 27 di Maggio, quindi di tempo ne è passato, e credevo che su questo sito saremmo rimasti solo io e il mio revisore.
Ne ero convinto, perché questo blog è nato senza uno scopo particolare. Non c’è scopo di lucro, né tracciamento di dati, nessuna aspettativa e nessuna pubblicità. Solo uno spazio personale per me e per chi è in cerca di una soluzione, come un’astronauta in cerca di spazio.
Non volevo usare piattaforme come LinkedIn per paura di sentirmi uno in mezzo a tanti altri, e per questo voglio “strappare” per qualche minuto me, e chi mi legge, via dai social per approdare su un blog dove si può leggere qualcosa che, spero, un giorno possa portare del valore nella propria vita.
“Ci siamo svegliati proprio con la vena poetica e la voglia di cambiare il mondo, qua… Senti a me, pensa alle robe che devi finire di stendere, che sono ancora in lavatrice. Cambia le lenzuola, altro che te stesso…”
Per fare questo però non basta scrivere e non basta leggere. Bisogna mettersi d’impegno e sperare che il duro lavoro porti i suoi frutti, e ci porti al successo. Bisogna credere alle scelte che noi facciamo, ma soprattutto… bisogna avere fortuna.
Fortuna Favet Fortibus
Non c’è una statistica particolare, ma quello che tutti sanno per certo è che nella vita ci vuole tanta F e un enorme C.
Per chi non ha mal interpretato, mi riferisco alla Fortuna, o anche detto Culo per gli amici del bar. È inevitabile che, per quanto tu possa mettere impegno nelle cose che fai, tanta dedizione e tanto amore… vale sempre la regola della fortuna, una dea bendata che ti può baciare da un momento all’altro… forse.
Fabrizio Tarducci diceva: “La fortuna ha due sorelle: Aspetta e Spera“.
In questi casi però, mi piace ricordare ciò che diceva Zio Paperone: “La fortuna aiuta gli audaci”.
“Oggi si va di citazioni a colpo sicuro, tanto se non piacciono si può sempre usare la scusa che l’ha detto qualcun altro… Ma poi, scusa, hai scritto Fabrizio Tarducci per sembrare più intellettuale, ma quello è Fabri Fibra!“
La fortuna va costruita, pezzo dopo pezzo. E nel momento in cui ti perdi nella confusione, nel rumore di fondo, tra le millemila distrazioni del mondo moderno, nei meme di Mike O’Hearn e i video delle AI sulle Balenciaga, allora rischi di entrare in un abisso e di non uscirne più.
Perdi quella piccola fortuna che provi a costruirti ogni giorno un po’ alla volta, anche solo pochi minuti al giorno, per guadagnare quella moneta numero uno che ti fa capire che è davvero possibile ottenere qualcosa partendo da zero.
Voglio soltanto Adidas
Quando bisogna costruire la propria fortuna, vogliamo farlo basandoci solo sulle certezze. Solo che, nel 99% dei casi, le certezze che crediamo di avere sono false.
Le uniche certezze che noi abbiamo sono quelle che mettiamo sempre in dubbio, e che, giorno dopo giorno, sono ancora lì. Magari alcuni pilastri della nostra vita possono (anzi, devono) cambiare, ma almeno non ci lasciano col culo per terra.
Si dice che la fortuna aiuta gli audaci perché… è vero. Se ultimamente sei alla ricerca (come me d’altronde) di una certezza, eccola qui. E se vuoi un esempio concreto, che non sia un papero di un fumetto, allora pensa ad Adidas e Nike.
È quello che ha fatto un giovane Michael Jordan all’inizio della sua carriera, destinata secondo molti a cambiare il mondo per come era conosciuto all’epoca. Quei molti avevano ragione, e lui voleva solo il meglio per sé stesso, voleva solo Adidas.
“Non ho il tempo di prendere nota sulla vita di un papero Disney, che mi ritrovo a studiare un caso di marketing… La prossima volta che ti chiedo qualcosa, puoi andare dritto al punto, per cortesia? Non ho mica così tanto tempo da perdere, su…“
Quando una quasi sconosciuta Nike gli propose non di basarsi su qualcosa di già costruito, ma di rischiare tutto per costruire qualcosa di unico e inimitabile, una propria personalità, e non una personalità dettata dall’alto, come la società che ci vuole sempre tutti diversi ma fondamentalmente uguali… in quel momento, Michael fece la sua scelta.
Scelse di fare qualcosa di mai visto prima, di scommettere su sé stesso (creando il suo brand) e di creare la sua fortuna per conto proprio, piuttosto che seguire delle regole dall’alto e seguire la strada più facile.
La strada giusta
Certo, le scelte che affrontiamo tutti i giorni sono più semplici e meno spettacolari, se comparate ad una firma multimilionaria come la Nike di Michael o con il ritrovamento di una pepita d’oro dopo anni di ricerche di Zio Paperone, ma quei momenti sono solo la punta dell’iceberg.
Prima di arrivare ad un punto preciso della storia, ci sono milioni di eventi che si verificano, alcuni possono sembrare insignificanti, ma molti invece sono indispensabili. Molti di essi erano dettati dal caso, altri invece erano il frutto di sacrifici e duro allenamento, e altri ancora… erano delle semplici botte di culo.
La fortuna va costruita giorno dopo giorno, come un allenamento costante alla vita, che non deve essere basata su una fantasia. Sta tutto qui il lavoro che possiamo fare per noi stessi, come diceva Emiliano Rudolf Giannelli nel 2012, che parlava di come “non è sulla luna, ma è quaggiù che scelgo la cosa giusta per me”.
Prendiamoci questo rischio e facciamo la scelta di scommettere su noi stessi. Tanto non abbiamo proprio nulla da perdere, anzi… un giorno, magari, potremmo avere la fortuna di vincere questa scommessa.
“Emiliano Rudolf Giannelli…? Beh, se lo ha detto lui, allora mi fido ciecamente…”